MANTOVA, COSA VEDERE?
11 cose che non puoi assolutamente perderti!
Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco e riconosciuta come Capitale Italiana della Cultura nel 2016, Mantova è un’ottima meta per un bel week-end fuori porta ricco di storia, arte e, perché no, buon cibo. Puoi anche scegliere di visitarla in un giorno, certo non potrai vedere tutto ma tornerai sicuramente a casa con gli occhi colmi di bellezza e lo stomaco felice.
Per raggiungere Mantova dovrai attraversare il Ponte San Giorgio che divide in due lo specchio d’acqua creato dalla diga del Ponte dei Mulini. Costruito in legno nel 1198 venne in seguito ricostruito in muratore verso la fine del XIV secolo e coperto nel 1417. Il ponte era parte di un sistema militare difensivo che comprendeva il borgo fortificato di San Giorgio. Nel 1922 le arcate furono interrate, fu abbattuto il vecchio ponte levatoio e realizzato il ponte attuale.
Le cose da vedere sono davvero tante ma ce ne sono 11 che in un paio di giorni sono facilmente visitabili. Se invece decidi di fare una capatina in giornata hai comunque l’imbarazzo della scelta. Per raggiungerla visita questa pagina.
COSA VEDERE:
9-PALAZZO PODESTA’ E LA TORRE DELLE ORE
1- Palazzo Ducale
Conosciuto anche come Reggia dei Gonzaga, famiglia che vi ha vissuto e governato dal 1328 al 1707, il Palazzo Ducale è un complesso architettonico costituito da più edifici collegati tra loro da corridoi e gallerie, fra cui il Palazzo del Capitano e la Magna Domus, costruiti per volere della famiglia Bonacolsi, ed altri edifici commissionati dai Gonzaga come il Castello di San Giorgio, che ospita la Camera degli Sposi di Mantegna (Camera Picta) e la Domus Nova, il tutto impreziosito da cortili interni e vasti giardini.
2- Castello San Giorgio
Il Castello di San Giorgio fu edificato, su richiesta di Francesco I Gonzaga, sulle rovine della chiesa di S. Maria di Capo di Bove, verso la fine del 1300, a difesa della città di Mantova, ed è un edificio costituito da 4 torri e circondato da un fossato. Una delle stanze interne più famose da visitare, nel torrione nord-est del castello, è la Camera degli Sposi (Camera Picta), affrescata da Andrea Mantegna tra il 1465 e il 1474.
3- Duomo (Cattedrale di S. Pietro)
Non molto distante dal Palazzo Ducale, in Piazza Sordello, si trova il Duomo di Mantova. La Cattedrale, dedicata a S. Pietro, è attualmente la sede vescovile della città. Fu costruita su un tempio paleocristiano precedentemente distrutto da un incendio e in seguito ristrutturata e ampliata in epoca medievale da Francesco Gonzaga. La struttura presenta diversi stili architettonici, a testimonianza del suo lungo passato storico: il campanile romanico, la facciata tardo-barocca e la fiancata destra gotica in cotto rosso. Il campanile è ciò che rimane della prima versione romanica della Cattedrale, che sotto il dominio dei Gonzaga venne più volte modificata.
Particolare curioso: all’altezza della cella campanaria potrai notare un reperto in marmo, di epoca romana, raffigurante una testina di donna (una matrona romana).
La parte interna del Duomo è suddivisa in cinque navate separate da colonne corinzie. L’interno, come lo vediamo oggi fu, su richiesta del cardinale Ercole Gonzaga dopo che un incendio aveva distrutto una cappella, ridisegnato da Giulio Romano che cercò di renderlo simile alla Basilica di S. Pietro di Roma.
4- Piazza Sordello
Dedicata al poeta Sordello da Goito e fulcro della vita artistica e politica della città, Piazza Sordello lascia senza fiato per la presenza degli incredibili edifici che vi si affacciano, come:
– il Palazzo Ducale;
– il palazzo Acerbi, sovrastato dalla Torre della Gabbia e al cui interno è collocata la cappella Bonacolsi;
– il palazzo Bonacolsi (ora Castiglioni), la sede vescovile di palazzo Bianchi (dal nome della famiglia che lo edificò nel Settecento);
– il Duomo.
Nel dicembre del 2006 una casuale scoperta archeologica ha riportato alla luce i pavimenti a mosaico e i resti di una domus romana d’età imperiale attualmente visitabile all’interno di una struttura provvisoria.
5- Palazzo della Ragione
Il Palazzo della Ragione venne edificato da Guido da Correggio nel 1242 con funzioni pubbliche. L’edificio, che si affaccia su piazza delle Erbe, al pian terreno ospita, come allora, numerose botteghe mentre il piano superiore, collegato tramite una ripida scala alla torre dell’orologio e dove all’epoca si amministrava la giustizia, attualmente è adibito a sede espositiva per mostre d’arte.
6- Torre dell’Orologio
Situata fra il Palazzo della Ragione e la Rotonda di S. Lorenzo in piazza delle Erbe, la Torre dell’Orologio fu inaugurata nel 1473. Di forma rettangolare prende il suo nome dall’orologio astronomico che, oltre allo scandire del tempo, è in grado di indicare la posizione degli astri, i segni zodiacali, i giorni e le fasi lunari. L’inventore fu Bartolomeo Manfredi, astrologo, matematico e meccanico della corte dei Gonzaga. Per visitare e accedere alla Torre si deve andare al primo piano del Palazzo della Ragione, e da lì, attraverso una scalinata, si può sia visitare la parte con tutti gli ingranaggi della macchina dell’orologio, sia godere del bellissimo panorama del centro storico di Piazza delle Erbe.
7- Rotonda di S. Lorenzo
Fondata intorno alla fine del XI secolo, ispirata alla chiesa del Santo Sepolcro di Gerusalemme, la Rotonda di S. Lorenzo è la chiesa più antica della città. Costruita durante la dominazione dei Canossa è riconoscibile per la sua pianta centrale rotonda. Nel 1579 fu sconsacrata e utilizzata come magazzino. Venne in seguito restaurata e riaperta nel 1911, anche se parte dei suoi affreschi andarono perduti per sempre, e riconsacrata nel 1926.
8- Piazza delle Erbe
Piazza delle Erbe, per i mantovani “il salotto della città”, con il suo grande mercato era il luogo degli scambi commerciali. Su tre lati è costituita da portici in cui si trovano negozi, bar e ristoranti. Su di essa affacciano edifici molto importanti come il Palazzo del Podestà, il Palazzo della Ragione, la Torre dell’Orologio, la Rotonda di S. Lorenzo.
9- Palazzo Podestà e la Torre delle Ore
Commissionato da Laudarengo Martinengo, podestà di Mantova, intorno al 1227, il Palazzo Podestà viene anche detto “Palazzo del Broletto” perché si affaccia sia su piazza delle Erbe che su piazza Broletto. Restaurato dopo due incendi (1241 e 1413) subì gravi danni anche dopo il terremoto del 2012. A fianco vi è la Torre Podestà, altrimenti detta “Torre delle Ore”, che non va confusa con la Torre dell’Orologio situata in Piazza Erbe, e che nel corso del tempo venne adoperata come punto di osservazione e come prigione.
10- Basilica di Sant’Andrea
La Basilica concattedrale di Sant’Andrea è la chiesa più grande di Mantova. La costruzione iniziò intorno al 1046, dopo la prima scoperta della reliquia del sangue di Cristo (804). In seguito al rinvenimento della seconda reliquia il monastero venne ricostruita nel 1049. Venne ristruttura nella forma attuale nel 1472 dal toscano Luca Fancelli su progetto dell’architetto rinascimentale Leon Battista Alberti, morto prima dell’inizio dei lavori, che lo realizzò su richiesta di Ludovico II Gonzaga, signore di Mantova. La ricostruzione doveva servire per accogliere i pellegrini che giungevano a venerare la fiala che si dice contenga il sangue di Cristo portato a Mantova dal centurione Longino e che attualmente è conservata nella cripta della Basilica. All’interno della Basilica, e in particolare all’interno delle cappelle, vi sono numerose opere d’arte, nonché la tomba dell’artista Andrea Mantegna.
11- Palazzo Te
Costruito tra il 1525 e il 1534 su commissione di Federico II Gonzaga in onore dell’amante Isabella Boschetti il Palazzo Te è uno dei più celebri capolavori dell’architetto Giulio Romano. Un palazzo rinascimentale costruito nell’area suburbana della città che ad oggi è sede del museo civico che organizza mostre d’arte e di architettura. Di forma quadrata con al centro un grande cortile quadrato ricorda la domus romana.
Le sale all’interno visitabili sono molte:
– la Sala dei Giganti, con il meraviglioso affresco la “Caduta dei Giganti”, dipinto che rappresenta il crollo della torre che i Giganti avevano costruito per raggiungere l’Olimpo degli dèi e detronizzare Giove. Giove è raffigurato che scaglia fulmini, mentre gli altri dèi assistono impauriti.
– la Sala dei cavalli (la più ampia del Palazzo Te, destinata alle feste da ballo), sulle cui pareti compaiono sei destrieri posseduti dal duca. La parte superiore della campata è caratterizzata invece da finti bassorilievi di bronzo che raccontano le fatiche di Ercole,
– la Camera di Amore e Psiche, destinata ai banchetti, dove gli episodi del mito sono descritti nei lacunari del soffitto e nelle lunette delle pareti. Una iscrizione latina lungo le pareti spiega il perché della costruzione di Palazzo Te: “per l’onesto ozio e ritemprare l’animo nella tranquillità” del duca Federico II
– la Camera delle Metamorfosi, con affreschi di scene mitologiche,
– la Camera delle Imprese, dove sono riportate 14 imprese gonzaghesche dipinte su scudi retti da putti,
– la Camera di Sole e Luna, che prende il nome dal dipinto al centro della volta con il carro del Sole guidato da Apollo, ed è attorniato da 192 lacunari in stucco raffiguranti uomini, animali, emblemi e le imprese del Ramarro e del Monte Olimpo
– la Camera dei Venti presenta una serie di mascheroni raffiguranti visi che soffiano (i venti),
– la Camera delle Aquile è la più piccola del palazzo, era utilizzata dal duca come camera da letto. Il nome deriva dalle quattro aquile poste negli angoli, aquile presenti nello stemma dei Gonzaga
– la Camera degli Stucchi evidenzia la tecnica usata per la sua decorazione. Il fregio lungo le pareti comprende l’aquila bicipite (Imperatore Carlo V) e lo stemma dei Gonzaga.
– La Camera degli Imperatori dove nella volta sono rappresentati i più celebri condottieri dell’antichità.
Una chicca
Vi è inoltre una chicca: l’appartamento del giardino segreto o appartamento della grotta, composto da poche stanze di dimensioni molto più modeste rispetto a quelle del corpo del palazzo. Una loggia che si apre in un piccolo giardino mostra ciò che rimane di un ambiente allora decorato ed affrescato e dal giardino si accede alla Grotta, stanzetta utilizzata come bagno, dalla realizzazione davvero insolita. L’apertura doveva dare l’idea che si trattasse di un ambiente naturale, difatti l’ingresso sembra quello di una caverna, mentre gli interni erano tappezzati di conchiglie (oggi scomparse) e giochi d’acqua che dovevano allietare il visitatore e stupirlo al tempo stesso.
Alla fine della gita ci siamo rilassati facendo due passi sulla passeggiata che costeggia il fiume Mincio. Il tratto in realtà è molto lungo e ha una pista ciclabile che collega Mantova a Peschiera del Garda per ben 45 chilometri… noi ci siamo limitati a pochi metri di camminata!
Cosa mangiare a Mantova?
Le specialità culinarie a Mantova non mancano di certo, noi nel week-end abbiamo potuto gustarne alcune.
Primi e secondi:
I tortelli di zucca sono uno dei piatti più famosi della città, dal sapore particolarmente dolciastro non sempre vengono apprezzati nel modo giusto ma se mangiati nella giusta quantità possono essere graditi anche dai palati più scettici.
Gli agnoli (o agnolini) sono un altro piatto di pasta fresca, fatta sempre a mano, tipica di questa città. Simili ai tortelli si distinguono per la forma e il ripieno che consiste in stracotto di manzo al vino bianco, salamella di maiale, pancetta, uova e spezie. Questo piatto viene tradizionalmente servito in brodo la sera di Natale accompagnato da un bel Lambrusco.
Il luccio in salsa è un piatto particolare e dal sapore molto deciso. Un pesce d’acqua dolce cucinato con una salsa a base di vino, capperi e verdure di solito servito freddo con polenta.
Il riso alla pilota, nato come piatto povero era però molto apprezzato e servito alla corte dei Gonzaga. Il nome pilota era il modo in cui venivano chiamati gli addetti alla pila, ovvero al mortaio in cui avviene la sbucciatura e pulitura del riso. Cucinato tendenzialmente con pistume di maiale e mantecato con il formaggio grana ha però diverse varianti.
Il dolce mantovano per eccellezza:
La torta sbrisolona è un must della tradizione culinaria mantovana. il nome deriva da “brìsa”, che in mantovano significa briciola, questo perché è impastata grossolanamente ed ha una consistenza granulosa e dura, sicuramente ti ritroverai con molte briciole nel piatto. Proprio per la sua consistenza piuttosto dura consigliano di inzupparla in un buon vino dolce come la Malvasia o il Moscato.
Mantova è una città splendida da visitare, ricca di arte, storia e bellezza naturale, incanta ad ogni suo angolo, abbiamo trascorso un week-end indimenticabile, se hai scelto di visitarla sono sicura che te ne innamorerai.
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Susanna Traveller
Amante dei viaggi, avida lettrice, scribacchina per piacere, Visual Merchandiser di professione, sono sempre in movimento nel lavoro, nella vita, con la mente e per passione. Sono decisamente una multipotenziale...