LISBONA, UN AFFASCINANTE CITTA’ SUL MARE
Un week-end tra vicoli e tranvai
Lisbona ha un fascino ineguagliabile con i suoi tram che arrancano per ripide strade e funicolari caratteristiche. Costruita su una zona collinare e dominata da un castello moresco incanta i visitatori con i suoi panorami da cartolina.
In aereo da Milano ci voglio quasi tre ore ma si guadagna un ora con il fuso orario. Per muoverci in città abbiamo scelto la metropolitana e con poche fermate arriviamo all’Inn Berna Hotel, un albergo senza grosse pretese ma comodo per la sua posizione essendo a soli 300 metri dalla stazione Campo Pequeno.
La zona centrale
Con la metro ci lanciamo subito alla scoperta della zona Baixa anche se per raggiungerla dobbiamo risalire diverse tornate di scale mobili neanche fossimo arrivati fino al centro della terra! Evidentemente il percorso si addentrava nel sottosuolo o la città è posizionata in un punto più alto rispetto alla periferia.
Il centro è pieno di negozi, locali e soprattutto di “pastelerie”(pasticcerie), una vera tentazione con quelle vetrine piene di prelibatezze golose. Le strade sono piuttosto larghe e lastricate di san pietrini piastrellati che non oso immaginare quanto possano essere divertenti quando piove.
Per cena scegliamo un ristorantino molto chic in centro, il Navegadoors, con musica dal vivo, dove possiamo gustare dell’ottima carne accompagnata da patate fritte che sanno di patate (e non è sempre scontato!). Per il dolce avevamo adocchiato un localino lì vicino dove assaggiamo, tra le tante prelibatezze, il dolce tipico della città, il pasteis de nata (o di Belem), delle paste alla crema fatte secondo la ricetta dei monaci del Monastero dos Jeronimos del quartiere di Belém, e alcuni dolcetti alle mandorle che riusciamo a smaltire solo perché le strade della città sono un continuo sali e scendi.
Sabato mattina ci alziamo di buon’ora e la prima cosa che ci insegnano in metropolitana è caricare il biglietto. Ebbene sì, qui non si spreca carta, il biglietto cartaceo si ricarica. Ne abbiamo comprato uno con € 0,50 e lo abbiamo caricato con € 6 per una durata di 24 ore.
Giro nei luoghi e nelle attrazioni più caratteristiche
La prima tappa è il Convento do Carmo e il Museo archeologico annesso. Il convento fu fondato nel 1389 dai Carmelitani e gran parte della struttura, quella anteriore, crollò nel terremoto del 1755, lasciando ai posteri una delle poche chiese gotiche al Mondo a cielo aperto. Nella zona rimasta intatta si trova il museo che espone non solo reperti recuperati sotto le macerie della chiesa e di edifici oramai non più esistenti ma ha anche allargato la sua collezione con opere di valore storico, archeologico e artistico di tutto il mondo.
Fuori il cielo è sempre più plumbeo così ci dirigiamo verso l’Elevador da Bica, che offre una splendida vista sul fiume Tago. Si tratta di una funicolare il cui passaggio è incastonato fra le case e che collega Rua de Sao Paulo a Largo Calhariz, alla fine della “corsa” ci ritroviamo nel cuore del quartiere Bairro Alto. Molto caratteristico, da fare assolutamente.
Le salite e le discese a piedi sono un leggero tormento per i polpacci e, dopo esserci inerpicati sempre più in alto, raggiungiamo il Castello de Sao Jorge. Di epoca islamica, serviva ad ospitare la guarnigione militare e, in caso di assedio, le élites che vivevano nella alcazaba (la cittadella), contrariamente ad altri castelli europei, non aveva funzione di residenza. Conserva ancora 11 torri tra cui si distinguono il Mastio, la Torre dell’Avere o Torre do Tombo, la Torre del Palazzo, la Torre della Cisterna e la Torre di Son Lorenzo, situata su un versante della collina. Nella seconda piazza si trovano ancora rovine di antiche costruzioni e una cisterna. Impressionanti le mura che ci premuriamo di girare in tutta la loro estensione. In quelle a Nord è visibile una piccola porta chiamata Porta del Tradimento, che consentiva l’entrata o l’uscita di messaggeri segreti in caso di pericolo. Ho perso il conto degli scalini che ho fatto e le ginocchia iniziano a chiedere pietà! Ma la vista è da mozzare il fiato, una visione completa di tutta la città fino all’oceano. Durante la passeggiata possiamo anche ammirare un pavone bellissimo che si “pavoneggia” nel tentativo di attirare l’attenzione della femmina…con poco successo, purtroppo per lui, anche se ha attirato quella di tutti i passanti.
Dopo aver gustato una specialità locale a base di baccalà, patate e formaggio, la fame si fa sentire e optiamo per un ristorantino grazioso con degli interni molto rock, camerieri super gentili e con degli ottimi hamburger con patate (dove qui tutti mangiano con la forchetta…) veramente ottimi: L’American Music Burger.
Raggiungiamo la Cattedrale Sé, di Santa Maria Maggiore, Sé è l’abbreviazione di “sede episcopalis”, cioè sede vescovile. Venne distrutta da tre terremoti nel XIV secolo e in quello del 1755, subendo diverse ricostruzioni in stili differenti. Maestosa nella sua bellezza sia dentro che fuori, se ne può visitare una parte liberamente e metà con biglietto.
Riusciamo a fare solo una capatina allo Scavo Romano e al museo archeologico perché sono in chiusura ma vediamo quel tanto che basta per farci capire che sotto la città deve esserci un tesoro immane di reperti archeologici che non verranno mai recuperati.
Ceniamo al Cafè No Chiado prenotato su The Fork, app che ci è stata molto utile per capire dove fosse meglio alimentarsi. Il locale è davvero carino, il servizio è impeccabile e si mangia decisamente bene. Finiamo la serata passeggiando per le strade della città che di sera assume un fascino differente e molto romantico.
Visita a Sintra
Il giorno seguente decidiamo di dedicare la giornata a Sintra, una località sulle colline, ai piedi dell’omonimo monte, a circa quaranta minuti da Lisbona.
Prendiamo il treno da Rossio e, forse complice il fatto che è domenica, c’è parecchia gente. Anche per questo tragitto è bastato ricaricare il biglietto, €4,50 a testa andata e ritorno. All’arrivo prendiamo un pullman e ci fermiamo al Castelo dos Mouros, una fortezza di origine Moresca le cui rovine vennero ristrutturate nel XIX. Costruito su una sporgenza rocciosa offriva ai Mori la vista di tutto il territorio circostante fino alla costa. È possibile visitare i bastioni, salire sulle torri e passeggiare lungo le mura godendo di una vista incredibile.
Raggiungiamo il Palacio da Pena con una bella camminata. Il palazzo sembra appena uscito da un libro di fiabe ed è circondato da un parco di circa 200 ettari. Venne fatto costruire dopo il 1840 da Maria II di Braganza come regalo di nozze al marito, re Ferdinando II del Portogallo, sulle rovine di un convento del ‘400. Considerata una delle sette meraviglie del Portogallo è tutelato dall’Unesco come patrimonio dell’Umanità.
Rientrati a Lisbona per la cena optiamo per un ristorantino da raggiungere a piedi a due passi dall’albergo: O Nobre, un locale molto elegante, con prezzi un po’ altini ma il cibo e il vino sono davvero ottimi e il servizio è davvero eccellente.
Una gita sul fiume Tago e alla Casa Danzante
Lunedì giorno di rientro, ma prima di tornare in patria non potevamo non passare dalla Torre di Belém, una struttura imponente di quattro piani alta 30 metri, costruita come sistema di difesa alla foce del fiume Tago e come porta cerimoniale di Lisbona. Peccato che lunedì sia chiusa quindi possiamo ammirarla solo dall’esterno, che è comunque un bel vedere. Andando verso la foce appaiono in lontananza il Ponte 25 de Abril e la statua del Cristo Rei, ispirata alla celebre statua brasiliana. Ci vorrebbero decisamente più giorni per visitare tutto e godersi appieno l’atmosfera che emanano questi luoghi, per ora ci limitiamo a girovagare per il quartiere Belém, una località molto più tranquilla rispetto a Lisbona.
Per il pranzo ci lasciamo conquistare da un localino piccolissimo: il Tropico do Cais, un ristorante fusion dove le influenze asiatiche si fondono con i sapori del Sud America ed è davvero tutto buonissimo.
Non siamo riusciti a fare una tappa che pare essere d’obbligo a Lisbona: prendere il tram 28. Che non è un tram turistico ma ha un itinerario che passa nei meandri nascosti della città permettendo di godere di un tuffo nel passato per le stradine in costante salita e discesa. In realtà ci abbiamo anche provato ma le code erano pazzesche, in compenso ce lo siamo portati con noi a casa sperando di ritornare un giorno e riuscire a fare quel famoso giro.
Ultimi momenti prima della partenza
Un ultimo passaggio veloce per la città e riusciamo a visitare anche la Chiesa di S. Caterina e puntualmente ci perdiamo! Lisbona è un grande labirinto con i suoi vicoli stretti, le sue salite e le sue discese che ti fanno perdere il senso del tempo. E ora corriamo il rischio di perdere l’aereo! Deo gratias che i cellulari hanno il navigatore e riusciamo a trovare una fermata della metropolitana che ci porta in aeroporto.