GIORDANIA: VIAGGIO FRA CITTA’, DESERTO E MARE

GIORDANIA: VIAGGIO FRA CITTA’, DESERTO E  MARE

UN INDIMENTICABILE TOUR DI 7 GIORNI

Il volo è terrificante, i continui vuoti d’aria hanno messo a dura prova il mio stomaco, ma, dopo quattro ore di sobbalzi, atterriamo sani e salvi all’aeroporto di Amman. Abbiamo prenotato all’Hotel International Amman, un albergo 4 stelle molto carino e confortevole. Pranzo, relax in piscina e cena leggera come primo giorno di vacanza sono necessari, da domani si camminerà parecchio. Iniziamo così il nostro viaggio in Giordania fra città, mare e deserto.

Tappe lungo il tragitto

AMMAN, MA QUANTO C’E’ DA VEDERE!?

JERASH, LA CITTA’ ROMANA, E AJLUN

IL MONTE NEBO PASSANDO DA MADABA

LA CITTA’ DI KARAK

PETRA, LA MAESTOSA CITTA’ MAGICA

IL DESERTO DEL WADI RUMD

MAR MORTO, IL LAGO SALATO

IL RIENTRO

AMMAN, MA QUANTO C’E’ DA VEDERE!?

Amman è la capitale della Giordania, e ci sono davvero molte cose da vedere, per questo, dopo un’abbondante colazione, partiamo subito alla volta della Moschea di Re Abdullah, dedicata al nonno di Re Hussein, e l’unica visitabile della città dai non mussulmani. All’ingresso però viene chiesto a noi donne, di indossare una tunica nera che ci copre dalla testa ai piedi e a tutti di toglierci le scarpe prima di entrare.

La struttura, a pianta ottagonale è molto bella. Internamente, nella parte di circonferenza da cui parte la cupola azzurra, vi sono incisi dei versetti del Corano. Su di un lato vi è una sorta di schermo elettronico che indica gli orari delle cinque chiamate del Muezzin alla preghiera, e sulla moquette, che ricopre il pavimento, si possono notare delle linee equidistanti dove, a mano a mano che entrano, si possono posizionare, uno di fianco all’altro, i fedeli.

Dopo la Moschea visitiamo la Cittadella (Jebel-al-Qala’a) che si trova a circa 850 m. sul livello del mare ed è circondata da 1700 m. di mura. Nel sito archeologico entriamo nel Palazzo degli Omayyadi, un grande complesso palaziale del periodo omayyade costruito durante la prima metà dell’VIII secolo, che ora è in gran parte in rovina e di cui è stata restaurata la camera d’ingresso a cupola, conosciuta come “chiosco” o “porta monumentale”.  Davanti al Palazzo vi è una grande cisterna dove veniva raccolta l’acqua piovana.

Ammiriamo le uniche due colonne rimaste in piedi del Tempio di Ercole, davanti al quale era stata costruita la statua di Ercole alta 15 m. di cui restano solo tre dita e un ginocchio. Dalle proporzioni è facile immaginare quanto dovesse essere imponente! Poco distante vi era una piccola Basilica Bizantina di cui sono rimaste solo le basi delle colonne e qualche capitello, e il Museo Archeologico Nazionale, costruito nel 1951, dove sono presenti reperti provenienti dai siti archeologici della Giordania, dalla preistoria al XV secolo.

Proseguiamo il giro visitando il Teatro Romano, del periodo della Filadelfia Romana, il più grande della regione, con i suoi 6000 posti a sedere, che ancora oggi viene utilizzato per vari spettacoli. Ci arrampichiamo su per gli scalini scivolosi e pericolanti dei tre anelli delle gradinate e la vista dall’alto vale la fatica. Subito all’interno del teatro, sulla destra, si trova il Museo del Folklore, un piccolo museo che illustra la vita tradizionale dei giordani attraverso una modesta collezione di oggetti e foto.

I TRE CASTELLI NEL DESERTO

Dopo la Cittadella andiamo a visitare i tre Castelli che si trovano nel deserto più a est di Amman, direzione Iraq.

Il primo è il Qasr-al-Azraq (in arabo Fortezza Blu), dove Lawrence d’Arabia ha vissuto per sei mesi mentre scriveva il suo libro: I sette pilastri della saggezza.  Il suo valore strategico derivava dalla vicina oasi che forniva l’unica fonte d’acqua della vasta regione desertica. La struttura ha le stanze che affacciano su un cortile interno nel centro del quale vi è una piccola moschea.

Il secondo è il Qasr-al-Amra (il piccolo palazzo di ʿAmra), dove il Califfo, lasciando l’allora capitale Damasco, poteva godersi i suoi momenti di gioie al femminile e andare a caccia. A quell’epoca quella parte di deserto era molto verdeggiante ma negli anni vennero costruiti canali per portare l’acqua verso Amman, la cui popolazione era in continua crescita, inevitabilmente desertificando l’intera area che ora è solo terra nera, bruciata dal sole. Nel 1985 il castello è stato inserito nell’elenco dei Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO.

Il terzo è il Qasr-al-Harrana, una struttura completamente differente dalle altre. Una fortificazione a pianta quadrata con quattro piccole torri angolari sporgenti e un ingresso arrotondato sul lato sud. La struttura è composta di cinquantadue stanze, alcune ristrutturate dopo il bombardamento degli inglesi, con al centro un grande cortile aperto. Sembra più un ostello, infatti pare venisse utilizzato dai viandanti per riposarsi, probabilmente durante il viaggio di pellegrinaggio alla Mecca, visto che questo sito si trova proprio a metà strada fra Damasco e la Città Santa.

Oggi abbiamo camminato davvero parecchio e visto molto, il pranzo è stato frugale ma ci siamo goduti una cena abbondante in albergo e un buon tè caldo nella zona bar prima di crollare esausti.

JERASH, LA CITTA’ ROMANA, E AJLUN

Il giorno seguente la prima tappa della giornata è Jerash, la città romana meglio conservata in tutto il Medio Oriente. Veniamo accolti all’ingresso del sito dalla maestosità dell’Arco di Adriano (129 d.C.) costruito per commemorare la visita dell’imperatore a Gerasa (così si chiamava la città in epoca romana). Superato l’Arco, sulla destra, incontriamo un ippodromo (I – III secolo d.C.) che poteva ospitare fino a 15.000 spettatori, dove si tenevano corse con le bighe e giochi di atletica. Continuando sulla strada principale si scorge la Porta Sud (ca. 130 d.C.), uno dei quattro punti di accesso della città, quest’ultima circondata da alte mura.

Arriviamo alla Piazza Ovale, o Foro, circondata da 56 colonne ioniche e dove si può notare la differenza di pavimentazione dal periodo greco a quello dell’ampliamento romano. Le lastre greche, più piccole e disconnesse, sono poste intorno al foro mentre quelle romane, più esterne, sono decisamente più grandi e risultano praticamente ancora intatte. A sud del Foro si trova il Tempio di Zeus (162 d.C.), costruito su un’altura sulle rovine di un preesistente tempio romano. Alle spalle del Tempio troviamo il Teatro Sud (81-96 d.C.) che poteva ospitare fino a 5000 spettatori.

Proseguiamo sul Cardo Massimo, una strada colonnata che dal Foro raggiunge la Porta Nord e che costituisce l’arteria principale della città (I secolo d.C.). In origine vi erano 500 colonne di varie altezze per adattarsi alle facciate degli edifici che un tempo sorgevano alle loro spalle. A nord della città incontriamo il Teatro Nord, più piccolo di quello a sud, che pare fungesse da luogo di incontri politici.

Sulla strada verso il Teatro Sud vi sono i resti di tre chiese: quella di Cosima e Damiano, che ha ancora la pavimentazione con mosaici e decorazioni, quella di San Giovanni Battista, gravemente danneggiata, e quella di San Giorgio, che fu relativamente risparmiata dai terremoti e utilizzata fino all’ VIII secolo d.C..

Dietro queste tre chiese vi è quella del Vescovo Genesio che sembra sia stata l’ultima costruzione a Jerash prima dell’arrivo dei Persiani.

Questa lunga traversata tra le rovine, sotto un sole cocente, ci ha davvero provati e ora siamo affamati così ci fermiamo in uno dei ristornati poco distanti dal sito.

IL CASTELLO DI AJLUN

Dopo pranzo facciamo rotta verso Ajlun, una cittadina situata nei pressi del Parco Nazionale di Dibbin, in una valle molto fertile e ricca di vigneti e di foreste. Visitiamo il suo Castello, Qalʿat ʿAjlūn, costruito per difendere la città dagli attacchi dei Crociati, che sorge su una montagna alta 1.250 m.. Dalle sue mura osserviamo la valle del fiume Giordano e i monti della Galilea, ma sembra non sia mai stato utilizzato per quello scopo perché Saladino scacciò gli infedeli prima che vi arrivassero. Il Castello è circondato da un ampio fossato e originariamente aveva un ponte levatoio oggi sostituito da una passerella che conduce all’ingresso.

Serata di relax con cena in hotel, domani si riparte, destinazione…

IL MONTE NEBO PASSANDO DA MADABA

Lasciamo Amman in direzione Monte Nebo e lungo il percorso facciamo tappa a Madaba, la città dei mosaici, dove visitiamo la chiesa di San Giorgio. E’ famosa per il mosaico a pavimento detto “Mappa di Terrasanta” perché rappresenta l’itinerario per raggiungere Gerusalemme attraverso oltre centocinquanta località, con tanto di didascalie in greco, dove sono segnati i principali siti biblici del Medio Oriente, dall’Egitto alla Palestina. Purtroppo, si è salvato solo un terzo di questa meraviglia.

Raggiungiamo il Monte Nebo (Fasaliyyeh in arabo), dove Mosè ebbe la visione della Terra Promessa senza mai raggiungerla.

 “Sali su questo monte degli Abarim, sul monte Nebo, che è nel paese di Moab, di fronte a Gerico, e mira il paese di Canaan, che io dò in possesso agli Israeliti. Tu morirai sul monte sul quale stai per salire e sarai riunito ai tuoi antenati, …”

Deuteronomio 32, 49-50

Nel IV secolo d.C. fu costruito un santuario in onore di Mosè. In seguito, la chiesa fu ampliata e trasformata in una basilica con una sacrestia e un nuovo battistero. Durante la sua visita in Giordania nel 2000, il defunto Papa Giovanni Paolo II tenne qui un’omelia a cui parteciparono circa 20.000 fedeli.

LA CITTA’ DI KARAK

Scesi dal monte sacro ci dirigiamo verso Karak dove visitiamo il Castello costruito dai Crociati. L’antica roccaforte sorge all’interno delle mura della città vecchia. Trovandosi su un altopiano aveva una posizione dominante che ne rendeva difficile la presa da parte degli arabi.

La città, che compare anche sul mosaico della chiesa di San Giorgio, fiorì dopo l’arrivo dei crociati quando Re Baldovino I vi costruì il Castello (1142). In seguito, la costruzione passò nelle mani di diverse famiglie aristocratiche fino a giungere in quelle del francese Reynald de Chatillon che gli permise di controllare le rotte commerciali tra l’Egitto e la Mecca. Quando il castello fu preso da Saladino, Chatillon fu l’unico ad essere decapitato, punito per la sua crudeltà. Secondo alcuni racconti pare che gettasse le sue vittime dalla torre più alta mettendogli una copertura di legno sulla testa per aumentarne la sofferenza.

Si ritorna in marcia, direzione…

PETRA, LA MAESTOSA CITTA’ MAGICA

PETRA BY NIGHT

Arriviamo a Petra di sera, il tempo di cenare e ci apprestiamo a vivere un momento magico: il percorso di Petra by night. Una camminata di 1.700 metri lungo un tragitto illuminato da centinaia di lumini ai lati della strada in basso e da un cielo incastonato da brillanti stelle in alto. La si fa in solitaria ed è una strana sensazione, perdo completamente la cognizione del tempo mentre i pensieri prima si affollano nella mia mente poi scompaiono lasciandomi come in uno stato di trance.

Quando arrivo al Tesoro, il grande tempio, vengo accolta da un vasto spazio illuminato dove, insieme agli altri, mi inginocchio in un angolo di uno delle decine di tappeti posti ad accogliere i viaggiatori. Ci viene offerto del tè caldo mentre ci lasciamo incantare al suono dei musicanti e dei cantori che creano un’atmosfera mistica con le loro particolari litanie. Un’esperienza intensa e indimenticabile!

PETRA BACIATA DAL SOLE

Il mattino presto del giorno dopo visitiamo la Petra diurna. Il sito alla luce del sole sembra immenso, pare ci vogliano due giorni per visitarla tutta!

Nacque come una città degli Edomiti e poi divenne capitale dei Nabatei. Dichiarata Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO nel 1985, nel 2007 diventa una delle sette meraviglie del mondo moderno.  Dalla strada si possono ammirare le abitazioni di coloro che vi hanno vissuto fino al 1984, semplici caverne scavate nella roccia che si differenziano dalle tombe che invece riportano incisioni e decorazioni sulla facciata.

Il Siq, la strada principale, è la gola naturale che presenta ai lati dei canali, a tratti scavati nella roccia o costruiti in terracotta, dove scorreva l’acqua piovana che veniva raccolta in grosse cisterne. È lo stesso percorso fatto la sera precedente ma di giorno è tutta un’altra cosa. In alcuni punti delle pareti che costeggiano la strada vi sono delle iscrizioni che rappresentavano le divinità dei Nabatei. Una divinità maschile, Dushara, e una triade femminile, Al-’Uzza, Allat e Manat. Particolare l’altare dei matrimoni, due insenature nella roccia poste una vicina all’altra dove si posizionavano gli sposi durante la loro unione.

Ad un certo punto, verso la fine della strada, sembra di essere nel film con Harrison Ford! Da un’apertura delle pareti appare il Tesoro, un monumento funerario dell’antica città scavato nella parete rocciosa e con una facciata monumentale.

Superato il Tesoro seguiamo un percorso che si inerpica verso il Tempio del Sacrificio mentre ammiriamo il Teatro e la maestosità delle tombe. Sostiamo per il pranzo in una zona con alcuni ristornati e poi iniziamo la salita di 850 scalini che portano al Monastero (Al-Deir). Venne costruito dai Nabatei tra il II ed il I secolo a. C. per ospitare le spoglie del re Obodas. Noi ci rilassiamo con una tazza di tè caldo ammirandone la maestosa facciata. Ad un certo punto l’attenzione di tutti è attirata da uno strano movimento sul Monastero. Un pazzo scatenato che si è arrampicato fino in cima al Monastero saltellando senza alcuna protezione! Per fortuna è sceso indenne da quella folle escursione.

Il rientro, col sole al tramonto, è stato lungo ma la vista di tutte quelle bellezze lo ha reso per nulla faticoso.

IL DESERTO DEL WADI RUMD

Dopo una mezza giornata di relax e un eccellente pranzo ci affidiamo ad una buona guida e, muniti di fuoristrada, ci addentriamo per le strade del deserto del Wadi Rum. Il sole è cocente, la strada in alcuni punti è ben delineata mentre in altri è stata nascosta dalla sabbia spostata dal vento. Dopo qualche ora, raggiungiamo l’accampamento berbero, una bellissima area mimetizzata tra le rocce. L’interno è più colorato e sembra ben organizzato, ci saranno una trentina di tende arredate in modo semplice, un branda e un comodino. Sulla destra vi sono tavoli con panche, un’area con cuscini e tavolini bassi, dei bracieri e una struttura dove presumibilmente si cucina.

Ritorniamo con la jeep nel deserto, la sensazione è estraniante. Si è completamente circondati da dune di sabbia e ampie distese di terra rossa intervallate da blocchi di roccia plasmata dal vento. Non è il classico deserto di sola sabbia, sembra più un paesaggio lunare. Lungo il tragitto facciamo una sosta in una tenda berbera a bere del tè mentre suonano uno strumento simile al mandolino. Continuando il percorso che solo le nostre guide riescono a vedere, ad un certo punto scorgiamo delle imponenti rocce di arenaria a forma di fungo. Ci siamo arrampicati sulla loro sommità e io perdo la cognizione del tempo e dello spazio mentre ammiro un tramonto che mi riempie l’anima.

Mi sento davvero grata e fortunata ad avere la possibilità di vivere momenti come quelli che un viaggio come questo riesce a darmi. Ho la sensazione di essere una minuscola particella che si dilata fino a fondersi in quel meraviglioso tutto che è il nostro mondo. La magia di essere parte dell’immensa energia che pervade l’intero universo.

Facciamo ritorno all’accampamento in fermento. Ceniamo in compagnia di persone che giungono dalle parti più disparate del mondo, mentre dei musici accompagnano i nostri discorsi con meravigliose canzoni arabe.

Non abbiamo trascorso la notte nelle tende ma ad Aqaba, domani si passerà dalle sabbie del deserto di oggi a quelle salate del Mar Morto.

MAR MORTO, IL LAGO SALATO

Il Mar Morto, in arabo “al-Bahir al-Mayyit”, in realtà è un lago. Si trova tra Giordania, Israele e la Cisgiorndania, in fondo alla Valle del Giordano, nel punto più profondo della Terra che si possa visitare. Con una concentrazione di sale superiore al 30% rappresenta un ambiente molto inospitale per la fauna e la flora ma è l’unico mare in cui, chi come me non sa nuotare, non corre il rischio di affogare!

Alloggiamo all’Holiday Inn da dove è possibile raggiungere facilmente la spiaggia. Molliamo le valigie e ci lanciamo in questa nuova scoperta. Il luogo è quasi deserto e l’acqua ha un colore strano. Grazie all’alta concentrazione di sale l’acqua mi tiene a galla anche se tento di spingermi giù! La sensazione quando si esce dal mare è particolare, sembra di avere una patina oleosa sulla pelle. Ci ricopriamo dei fanghi recuperati al largo e presenti in contenitori sulla riva, i famosi fanghi del mar Morto solo che qui sono gratis! Facciamo docce di acqua dolce spesso perché tutto quel sale è corrosivo. Dopo una giornata di mare la mia pelle era liscia e morbida come quella di un bambino.

Ci godiamo un incredibile tramonto su queste strane acque e ci sentiamo colmi di pace. Ritorniamo in albergo dove ci prepariamo per la nostra ultima cena in questo paese così ricco di storia e natura meravigliosa. Trascorriamo il resto della serata tra musica e canti nella parte esterna dove ci sono le piscine. Inutile dire che sono arrivata a letto piuttosto brilla.

IL RIENTRO

Ci svegliamo rilassati e felici. La colazione è sempre più ricca e colorata e lo spettacolo che offrono le vetrate è impareggiabile.

Rientriamo in pullman ad Amman e ci dirigiamo all’aeroporto. Si crea un po’ di confusione quando il metal detector rileva qualcosa che non va nel mio zaino. Vengo perquisita neanche fossi una terrorista! Non vogliono lasciarmi andare, parlano solo in arabo e il mio inglese non è un granché. Avevo acquistato una piccola scimitarra (circa 3 cm in di grandezza!) come souvenir ma non possono pensare che sia una persona pericolosa! Ci è voluto un po’ per fargli capire che è solo un souvenir, ma alla fine mi lasciano andare.

I voli di rientro, abbiamo fatto scalo a Sharm el Sheikh, sono stati abbastanza tranquilli, poche turbolenze e pessimi atterraggi. È stata una settimana intensa, abbiamo girato come trottole ma abbiamo visto molto, anche se ci sarebbe stato ancora tanto da vedere, e provato emozioni incredibili. Da domani si ritorna al lavoro ma la mia testa e il mio spirito sono già al prossimo viaggio…

Io che  saluto con copricapo arabo in giordania fra città deserto e mare

Susanna Traveller

Amante dei viaggi, avida lettrice, scribacchina per piacere, Visual Merchandiser di professione, sono sempre in movimento nel lavoro, nella vita, con la mente e per passione. Sono decisamente una multipotenziale...

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