CAPODANNO NEL SUD DELLA SPAGNA

CAPODANNO NEL SUD DELLA SPAGNA

DA VALENCIA A CADIZ… E RITORNO

Partiamo alla volta del sud della Spagna per un capodanno un po’ all’avventura, alcune tappe stabilite le altre… si vedrà! Decidiamo di vivere questo Capodanno 2014/15 come viene, abbiamo prenotato il volo A/R per Valencia, l’albergo a Valencia e l’auto che useremo per spostarci, il resto, verrà da sé. Naturalmente, avendo pochi giorni, faremo passaggi toccata e fuga nelle varie città che incontreremo lungo il cammino, segnandoci quelle che maggiormente ci colpiranno per poterle visitare più approfonditamente in futuro.

Tappe durante il tragitto

Valencia, città di arte, cultura e mare

Arriviamo a Valencia dove il clima è decisamente meno rigido di quello di Milano, lasciare gli zero gradi per i diciassette mette già di buonumore. In aeroporto prendiamo subito l’auto noleggiata online e andiamo alla ricerca dell’unico albergo del viaggio già prenotato. Si trova in un punto un po’ nascosto, ma è accogliente e pulito, e la vista dalla stanza non è male anche se non dà sul mare. Una veloce rinfrescata e iniziamo a girovagare per la città. Sono davvero tante le cose da fare e vedere a Valencia che sicuramente è una di quelle città che meritano una tappa a sé stante:

La Cattedrale, dedicata all’Assunzione di Maria, nella quale pare ci siano conservati molti tesori fra cui… il Santo Gral! Per chi ama le scalinate ci sono 207 scalini per raggiungere la cima della torre che la sovrasta, il Miguelete.

La Lonja de la Seda, nella Plaza del Mercado, un tempo una struttura in cui si riunivano i mercanti di olio e seta che oggi ospita al suo interno l’Accademia Culturale.

Plaza del Ayuntamiento, sede del Municipio, ricca di attività commerciali.

L’Arena di Valencia nella celebre Plaza de Toros, vicino alla Stazione del Nord.

La Città delle arti e delle scienze con al suo interno: l’Oceanografic, l’Umbracle, il Palazzo delle Arti, il Museo della Scienza e l’Hemisfèric.

Il Mercato Centrale con i suoi quasi mille banchi di prodotti freschi.

Le sue meravigliose spiagge.

Ovviamente noi abbiamo potuto solo fare un giro veloce mentre decidevamo che la nostra prossima meta sarebbe stata Cartagena.

Cartagena con pit stop a Calp

 Il mattino seguente, dopo una lauta colazione, ci mettiamo in marcia per raggiungere Cartagena. Decidiamo di costeggiare il mare e, lungo la strada, veniamo attratti da una cittadina sulla cui spiaggia si può ammirare un bellissimo promontorio roccioso che sembra ergersi prepotente e affascinante dal mare. Siamo a Calp, nella provincia di Alicante, la spiaggia ampia e deserta e il mare cristallino ci rimettono al mondo dopo più di due ore di tragitto. Decidiamo di fermarci a mangiare qualcosa e di rilassarci un po’ in spiaggia prima di rimetterci in moto.

Arriviamo a Cartagena nel pomeriggio ma le nuvole coprono il sole che già è sulla via del tramonto. Girovaghiamo ammirando le sue Mura Puniche, ultimo resto delle mura difensive costruite dai cartaginesi, il Teatro Romano, scoperto nel 1987, il Castello della Concepción, eretto su una collina, che è stato fortezza di cartaginesi, romani, visigoti, arabi e castigliani e che oggi ospita il Centro di Interpretazione della Storia e della Cartagena Medievale.

Passeggiando per il centro pieno di luminarie natalizie ritroviamo un po’ di Italia in un ristorante Pavese ma noi optiamo per una cena a base di tapas e, per smaltire un po’ tutti quegli intingoli, scopriamo che in alcuni punti della città ci sono panchine con tanto di cyclette incorporate. Per dormire ci affidiamo alla tecnologia e troviamo un posticino a Mazarron, 40 km più a sud di Cartagena, un luogo decisamente più tranquillo. La sera le temperature si abbassano di parecchio dai 17/18 gradi diurni a 9/10 gradi notturni… ma non ci possiamo lamentare, a Milano si toccano i -4 gradi!

Almeria e il selvaggio west direzione Malaga

Sempre costeggiando il mare scegliamo la prossima tappa: Malaga

Il viaggio sarà un po’ lungo ma ce la prendiamo comoda. Per pranzo ci fermiamo ad Aguilas, in un localino vista mare dove rischiamo (ma ci è andata bene!) con un piatto di pasta e una pizza. Proseguiamo fino ad Almeria ma non ci fermiamo in  città, scegliamo, invece, una meta a cui non riusciamo a resistere e visitiamo uno dei siti cinematografici più famosi al mondo: il deserto di Tabernas, l’unico deserto della Spagna se non dell’Europa!

Qui fu dove girò i suoi film il regista Sergio Leone (Per un pugno di dollari, Per qualche dollaro in più, Il buono, il brutto, il cattivo), furono ospitate oltre 500 produzioni, tra cui alcuni film campioni d’incassi come “Patton, generale d’acciaio” e “Terminator: destino oscuro”, e diverse serie televisive fra cui “Doctor Who”.

Naturalmente dopo aver vagato per quegli edifici che ci hanno fatto sentire come in un film con Clint Eastwood, non abbiamo resistito: abbiamo girato per quelle strade polverose in sella ad un cavallo. Un esperienza incredibile! Davvero unica!

Dopo la gita nel mondo cinema-western, riprendiamo l’autostrada e arriviamo a Malaga dove troviamo una stanza in un alberghetto vicino al mare. Purtroppo, è pomeriggio inoltrato e, dopo aver mollato i bagagli, ci addentriamo nel centro della città. Non molto distante ammiriamo il Teatro Romano, che attualmente viene utilizzato per alcune rappresentazioni teatrali all’aperto.

Poco distante, si trovano l’Alcazaba, la fortezza-palazzo musulmana, e il Castello di Gibralfaro (parola di origine araba che significa “montagna del faro”), costruito nel periodo di dominazione araba sulla cima di una collinetta da cui domina la città e il porto di Malaga ed è collegata all’Alcazaba mediante una lunga muraglia detta La Coracha. Affascinante anche la grande Cattedrale dell’Incarnazione, i cui lavori di costruzione iniziarono nel 1528 sul sito di una antica moschea anche se, a causa di diverse vicissitudini, la torre sud e la facciata principale sono rimaste incompiute.

Affamati e anche un po’ stanchini, ceniamo in uno dei tanti localini che si trovano nelle stradine del centro con tapas e un buon bicchiere di vino.

Tarifa, magico borgo colorato dalle vele dei kitesurf

Il mattino successivo, dopo una maestosa colazione, si riparte: direzione Tarifa.

Lungo il tragitto, sempre cercando di rimanere sulla strada costiera, ci fermiamo per una tappa a Marbella, dove addentiamo un panino con del buon jamòn Pata Negra lasciando che, oltre alle nostre papille gustativa, anche i nostri occhi godessero alla splendida vista del mare cristallino e delle spiagge bianche baciate da una tiepida giornata di sole dicembrino.

Quando finalmente arriviamo a Tarifa resta il dubbio su dove trascorrere le prossime notti, visto che abbiamo deciso di passare la notte di Capodanno proprio in questa cittadina. Fortunatamente, mentre ci godiamo la vista della spiaggia e delle decine di kiter che la colorano, incrociamo una signora molto gentile che ci propone un piccolo appartamento indipendente vista mare a 70 euro al giorno. Siamo decisamente fortunati, vero è che siamo a dicembre, fosse stato agosto… la vedevo dura. Dopo aver fatto una passeggiata e un po’ di spesa ci prepariamo una bella cenetta e ci rilassiamo. Fuori il vento soffia fortissimo e l’aria è gelida, ma la vista dal terrazzino è spettacolare.

L’ultimo giorno di questo particolare 2014 lo iniziamo in compagni di una mandria di mucche che pascola nel verde prato a poca distanza dalla spiaggia e dai camperisti che sostano a pochi metri dalla costa. Le acrobazie dei coloratissimi kitesurf sono spettacolari e, mentre sulla spiaggia qualcuno fa’ lezione ai neofiti della particolare disciplina balneare, noi passeggiamo tra dune di sabbia e pontili di legno e percorsi intricati in una fitta vegetazione.

Dopo pranzo ci lasciamo conquistare dal fascino della cittadina.

Tarifa si trova nella provincia di Cadice, a soli 14 km dal Marocco, le cui coste, nelle giornate più limpide, si possono intravedere dalla punta più a sud della penisola. Deve il suo nome al comandante berbero Ṭarīf ibn Mālik che la conquistò nel 710, l’anno prima dell’invasione islamica.

Per entrare nel centro storico si deve passare sotto un grande arco, la Puerta de Jerez, che fu costruita nel XIV secolo ed è una delle quattro porte che un tempo si trovavano lungo le mura della città, in alto reca una incisione che ricorda la presa della città di Sancho IV El Bueno avvenuta nel 1292. Particolare è il Castillo de Tarifa o di Guzmán el Bueno, che si affaccia sul mare, ed è un mix di diversi stili architettonici dovuto ai continui restauri da parte dei vari conquistatori.

Non c’è molto turismo in questo periodo e noi possiamo girovagare tranquilli per i bianchi vicoletti e fare qualche acquisto nei pochi negozi che troviamo aperti. Abbiamo tutto l’occorrente per la nostra cena di Capodanno ma prima, per riscaldarci un po’, ci rintaniamo in un localino sulla spiaggia con bellissime vetrate vista mare per bere una deliziosa cioccolata calda mentre fuori, a poco a poco, il cielo si tinge di un acceso e intenso color arancio.

Ci sediamo sulla sabbia umida e ci lasciamo riscaldare il cuore dalla vista di questo splendido tramonto e, mentre cerchiamo di immortalarlo, un kiter coraggioso lascia il suo segno.

tramonto con kitesurfer in volo e nave all'orizzonte

Un nuovo anno è arrivato e noi ci sentiamo immensamente fortunati di poterlo iniziare in un luogo meraviglioso come Tarifa.

Questa mattina decidiamo di visitare il sito archeologico di Boelo Claudia, dichiaratao Complesso Archeologico dal Governo dell’Andalusia nel 1989, ed è conservato davvero molto bene. Un bellissimo sito di rovine romane con alle spalle il verde del parco naturalista e vicino ad una delle più belle spiagge della città di Tarifa: Playa Bolonia.

Dopo un caldo e lauto pranzo ci dirigiamo nella parte di spiaggia dove il Mar Mediterraneo incontra l’Oceano Atlantico. Le raffiche di vento sono rabbiose e gelide sullo stretto lembo di terra che porta ad una piccola penisola nella punta più estrema della città, davanti alla quale si possono avvistare le coste del Marocco.

Cadice, toccata e fuga

Sebbene sia pomeriggio inoltrato, decidiamo di fare una piccola incursione a Cadiz, non era in programma perché per domani iniziamo il rientro verso Valencia ma siamo a pochi chilometri, e infondo perché no. Arriviamo in un’oretta circa, oramai è quasi buio ma c’è parecchio movimento. Adoro perdermi per le viuzze dei borghi antichi, ad ogni angolo si riesce a rimanere incantati da piccoli angoli di paradiso.

Cadice si affaccia su una baia nell’Oceano Atlantico, è una città di origini fenicie (antica Gadir, VIII secolo a.C.), circondata dalle antiche mura settecentesche, ed è una meta decisamente molto turistica, persino a gennaio, infatti, le strade sono affollate di gente. Dalla guida capiamo che ci sarebbe veramente molto da visitare, ma noi possiamo solo limitarci a vivere l’atmosfera festaiola, e ad ammirare la cattedrale, le piazze e le chiese solo dall’esterno, ma è comunque un bel vedere.

Ceniamo in uno dei locali nel Barrio de la Viña, un antico quartiere di pescatori e poi ci rimettiamo in marcia verso Tarifa.

Gibilterra, la piccola Inghilterra spagnola

Per ritornare a Valencia faremo un percorso differente in modo tale da poter anche solo sfiorare altre città.

Iniziamo con Gibilterra. La prima cosa strana è dover passare la dogana, dove per fortuna basta la carta d’identità. La seconda è che subito dopo si deve attraversare un’intera pista di atterraggio per raggiungere la città e a piedi è piuttosto dura perché il vento è davvero fortissimo! La terza è che per arrivare al centro devi passare attraverso un piccolo tunnel all’interno delle mura che lo circondano e poi, come per magia, vieni catapultato in un’altra realtà.

Non sono mai stata a Londra quindi non posso fare paragoni ma certamente la città è molto British. Camminiamo per Main Street, la strada principale, poi girovaghiamo per le varie stradine con nomi inglesi, piene di cabine telefoniche rosse, locali e negozi di souvenir. Un cartello ci indica che, volendo, si può salire sulla Rocca di Gibilterra per mezzo di una funicolare e fare visita a macachi e scimmie che vi ci abitano, ai quali si raccomandano di non del cibo. Guardando verso l’alto si può ammirare il Castello, residuo monumento dell’occupazione moresca durata 710 anni.

Usciti dal mondo britannico riprendiamo il nostro viaggio spagnolo, direzione: Granada.

Granada e il suo fascino orientale

Arriviamo in città verso sera e grazie ad internet riusciamo a trovare un piccolo appartamento mansardato vicino al centro. Ci rilassiamo e prepariamo una cena con quello che ci era rimasto degli acquisti di Tarifa: pasta al sugo e patate con pancetta, il tutto innaffiato da una bella bottiglia di vino rosso. Sazi e contenti usciamo a fare una passeggiata ma fa davvero freddino così, per riscaldarci un po’, entriamo in un locale molto carino sulla via principale e tra un caffè è una crema al whisky finiamo per chiacchierare ore davanti ad un bel caminetto a legna.

Il mattino seguente ci svegliamo presto per andare a visitare l’Alhambra, in arabo “al-Ḥamrā’”, la Rossa (anticamente era Qalʿat al-ḥamrā’ʾ, la Cittadella rossa), inserita fra le sette meraviglie del mondo.

Il complesso, cinto da mura, è costituito da una serie di palazzi e monumenti di incredibile bellezza. C’è davvero molto da vedere!

Oltrepassata la Puerta de las Granadas, un arco trionfale, si entra in un viale alberato percorso da tre strade: la Cuesta de las Cruces che sale alla torre Bermejas, il viale centrale, Paseo de la Alhambra, attraversa tutta l‘Alameda, mentre il pedonale Cuesta Empedrada, a sinistra, porta davanti al Pilar de Carlos V, una fontana del 1545 disegnata da Pedro Machuca.

Di fronte si trova la Puerta de la Justicia, l’ingresso dell’Alhambra, un tipico arco arabo inserito in un grosso torrione quadrato, costruito da Yusuf I nel 1348. Vi è scolpita una khamsa (mano di Fatima), cioè una mano aperta, simbolo dei cinque precetti dell’Islam: fede, preghiera, digiuno, carità, pellegrinaggio a La Mecca. Sull’arco interno è invece scolpita una chiave che simboleggia Allah.

Superata la porta si entra nella Plaza de los Aljibes, così chiamata per le cisterne costruite nel sottosuolo nel XVI secolo. Sulla destra si trova Puerta del Vino, che ricorda l’imposta sul bene pagata dai sudditi cristiani ai sovrani musulmani.

La Alcazaba era la zona militare, centro di difesa e sorveglianza dell’Alhambra e rappresenta la parte più antica del complesso. I primi edifici arabi realizzati risalgono all’XI secolo e gli elementi più interessanti sono: Il Jardín de los Adarves, un giardino realizzato quando l’Alcazaba perse il suo ruolo di fortezza militare e dal quale si può godere di un bel panorama. La Torre della Vela (cioè della veglia), la torre di difesa più grande del complesso militare e dalla quale si può vedere la città, il Sacromonte e l‘Albaicín, la Torre del Homenaje, la Torre Quebrada, la Torre Adarguero.

I palazzi Nasridi, Palacio de Comares e Palacio de los Leones, avevano funzioni sia amministrative che private, oltre ad essere sede della corte.

Vi è anche il Palazzo di Carlo V e le tre torri, la Torre de los Siete Suelos, la Torre de la Cautiva, la Torre de las Infantas.

Il rientro a Valencia

Dopo tanto camminare ci rimettiamo in marcia verso Valencia ma i morsi della fame ci fanno fermare a Guadix, una piccola cittadina ai piedi della Sierra Nevada, uno degli insediamenti umani più antichi della penisola Iberica. Un particolare ci ha attratti ma lo abbiamo potuto ammirare solo lungo la strada, purtroppo per mancanza di tempo: il quartiere troglodita, il Barrio de Santiago o Barrio Troglodita, ovvero un quartiere caratterizzato da case scavate nel tufo.

Attraversiamo la Murcia e arriviamo a Valencia nel tardo pomeriggio. Girovagando per la città siamo riusciti a prenotare la cena a base di paella in un locale, la Buleria” dove poter vedere anche uno spettacolo di flamenco con musica dal vivo.  Una serata indimenticabile sia per il cibo che per gli artisti.

Non ci conviene prenotare una stanza, abbiamo il volo alle 6.30 del mattino e dobbiamo lasciare l’auto entro le 5! Così ci godiamo la città notturna e arriviamo presto in aeroporto per riposare un po’. Al rientro ci attendono i – 4 gradi di Milano!

Costa con surfisti vista dagli scogli

Susanna Traveller

Amante dei viaggi, avida lettrice, scribacchina per piacere, Visual Merchandiser di professione, sono sempre in movimento nel lavoro, nella vita, con la mente e per passione. Sono decisamente una multipotenziale...

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